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Luoghi&Territori FVG

~ Esplorazioni partecipate nei paesaggi in trasformazione

Luoghi&Territori FVG

Archivi tag: trasformazioni

Progetto di valorizzazione urbanistica, storica e culturale di Via Balliana a Sacile

20 venerdì Nov 2015

Posted by Walter Coletto in documenti, Luoghi & Territori, Urbanistica

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Tag

Paesaggio Urbano, Sacile, trasformazioni

Con la presente bozza di progetto, Legambiente Pordenone intende proporre un’alternativa, amica dell’ambiente e di valorizzazione storica, urbanistica e sociale, al progetto che l’attuale amministrazione comunale di Sacile intende realizzare con la Circonvallazione Est della città.

2_prospetto

La proposta di Legambiente Pordenone intende soddisfare i seguenti bisogni sentiti e manifestati da una buona parte della cittadinanza (Comitati di S. Odorico, Comitato Bosco Urbano e Comitato di San Michele-Ronche):

(i) invertire le politiche di consumo del suolo portate avanti, nel corso degli anni, dalle varie amministrazioni di Sacile. Secondo l’ultimo rapporto 2015 dell’ISPRA (Istituto Superiore e per la Protezione e la Ricerca Ambientale) sul consumo di suolo in Italia, Sacile, con il 21%, figura, tra i comuni del pordenonese e della Regione Friuli Venezia Giulia che hanno consumato più suolo, rispettivamente al quarto e al tredicesimo posto [1];

(ii) tutelare e valorizzare il patrimonio naturalistico e storico-urbanistico della città. Il progetto, che l’attuale amministrazione intende realizzare con la Circonvallazione Est, insiste su una parte del territorio ad alto valore naturalistico e storico;

(iii) ridurre il rischio di esondazioni nella città. Come è già stato dimostrato in vari studi, il progetto, che l’attuale amministrazione intende realizzare insiste su una parte del territorio a rischio esondazione. Costruire un altro sottopasso basso per camion aumenterebbe i rischi rispetto alle esondazioni e, in caso di crisi del sottopasso di Via Giuseppe di Vittorio, dividerebbe il comune solo per quanto riguarda i camion spostati sulle due bretelle autostradali. La proposta di Legambiente di recuperare il sottopasso di Via Balliana permetterebbe, invece, di rimanere alti rispetto alle falde;

(iv) favorire il recupero di aree della città abbandonate e ad alto valore storico, culturale, sociale ed urbanistico ed il collegamento delle frazioni. Il progetto proposto da Legambiente Pordenone prevede il ripristino ed il recupero del ruolo storico e sociale di Via Balliana che collega il centro storico con la frazione di S. Odorico e la Chiesa della medesima frazione. Con la chiusura del passaggio a livello e la costruzione del sottopasso ciclo-pedonale, l’area ha perso il suo valore urbano. In passato, Via Balliana era utilizzata frequentemente dalla cittadinanza per passeggiare dal centro alla frazione di S. Odorico. La strada, inoltre, ha un rilievo storico e culturale che risale al ‘500 epoca in cui la famiglia Ragazzoni acquistò il feudo di Sacile. Legambiente Pordenone propone quindi di utilizzare i fondi a disposizione dell’amministrazione (circa 3,5 milioni di euro) per la ristrutturazione del sottopasso ciclo-pedonale trasformandolo in un sottopasso alto circa 2,3 metri. In particolare il sottopasso di Via Balliana potrà operare in condizioni di normalità come collegamento pedonale e ciclabile e, nel caso di impraticabilità di quello di Via Giuseppe di Vittorio, percorribile anche dalle macchine, mediante idonea segnalazione variabile di avviso. Con il presente progetto si ridarebbe, quindi, valore urbano ad una strada fino ad ora dimenticata e si ricollegherebbero le due parti della città, si ridurrebbe il traffico intenso che si crea di frequente nell’area, si offrirebbe un’alternativa viaria accessibile alle macchine in caso di malfunzionamento e allagamento del sottopasso di Via Giuseppe di Vittorio, si utilizzerebbero i fondi a disposizione in modo più oculato ed efficiente in quanto 3,5 milioni di euro basterebbero per realizzare la nostra proposta, migliorare il sottopasso di Via Giuseppe di Vittorio e rimarrebbero dei soldi per realizzare qualche intervento, nelle altre frazioni di Sacile, di adeguamento all’accessibilità dei portatori di handicap o piste ciclabili o per rendere efficace la gestione del traffico nelle diverse soluzioni (sottopasso allagato e non) con l’adozione di segnali luminosi a messaggio variabile (recentemente “tollerati” dal Ministero dei Trasporti) da collocare lungo le direttrici di percorrenza più significative;

1_planimetria

(v) incentivare l’utilizzo di suolo pubblico rispetto alla pratica delle espropriazioni. Con il progetto proposto da Legambiente si utilizzerebbe suolo pubblico abbandonato invece che creare frizioni con le proprietà del territorio oggetto di espropriazioni nel caso di realizzazione del progetto pensato dall’attuale amministrazione.

[1] Il consumo di suolo in Italia – Edizione 2015, ISPRA, http://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/rapporti/il-consumo-di-suolo-in-italia-edizione-2015, scaricato il 29 ottobre 2015.

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FORTEZZA FVG A GORIZIA

09 lunedì Feb 2015

Posted by Moreno Baccichet in Eventi, libri

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Cortina di Ferro, Guerra Fredda, modernità, trasformazioni

Con piacere annunciamo l’avvio delle presentazioni della pubblicazione
“Fortezza FVG – dalla guerra fredda alle aree militari dismesse“, curata da Moreno Baccichet.
La pubblicazione -che sarà presentata (almeno) nei 4 capoluoghi di provincia- è parte di un più ampio progetto dedicato al fenomeno delle aree militari dimesse,
alle esperienze e alle possibilità di riuso.

Vi aspettiamo a GORIZIA il prossimo 12 febbraio, alle ore 18:00
presso la Sala della Torre della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, via Carducci 2

locandina_a3

locandina_a3

L’intero Friuli Venezia Giulia dopo il 1945 è diventato una grande fortezza che, come la “Bastiani” del “Deserto dei Tartari” di Dino Buzzati, non è mai stata usata per gli scopi per i quali è stata costruita.

Oggi la dissoluzione della grande infrastruttura militare, pensata come una porosa trincea nei confronti del comunismo dilagante oltreconfine, pone molti interrogativi sul significato e sui tempi del riuso di ampie porzioni del territorio per qualche decina di anni separate e funzionalizzate per gli scopi militari.

Il Friuli Venezia Giulia è stata la regione italiana militarizzata per eccellenza, ma oggi lo svuotamento e gli abbandoni avvengono con la più inconsapevole disattenzione dell’opinione pubblica. La regione delle caserme si sta trasformando in quella delle macerie e dei boschetti che avvolgono quelle che un tempo erano le caserme nelle quali intere generazioni di italiani hanno sprecato parte della loro vita attendendo “tartari” che non sono mai arrivati. Il disegno delle dismissioni resta privo di significato per molti, così come è difficile ricostruire il quadro dei presidi militari e delle ragioni difensive espresse da una non chiara geografia e categorizzazione dei siti. Caserme, poligoni, osservatori, polveriere, magazzini, postazioni con armi pesanti si confondono e rimangono incastrati come fossili nella diffusione insediativa del secondo dopoguerra.

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Imparare da Marsure: Un bosco… più bosco

10 sabato Gen 2015

Posted by Moreno Baccichet in Esplorazioni, Luoghi & Territori

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Aviano, boschi, Esplorazioni, Marsure, paesaggio, Paesaggio pedemontano, pastorizia, trasformazioni

Le superfici destinate a bosco a partire dalla seconda metà dell’800 sono decisamente aumentate seppure fossero storicamente concentrate nella parte del territorio che volge verso la Val Caltea e quindi il bacino idrografico del Cellina. Era impossibile pensare di portare il legname del bosco sulla pedemontana e quindi il bosco veniva affittato a imprenditori capaci di far scendere il legname a Barcis per poi condurlo lungo il canale della Brentella al Noncello e da qui a Venezia. Il legname veniva tagliato in “borre”, quindi la formazione boscosa era tutto fuorchè la fustaia che vedamo oggi. Le borre erano molto simnili ai fasci di legno ceduo che abbiamo incontrato durante l’escursione.

DSCF2072

I tratti meno fitti del bosco sono tenuti a ceduo e favore delle attività casearie

Il bosco era molto meno compatto ma soprattutto era pascolato dalle greggi e quindi sottoposto a un progressivo deperimento. La situazione cambiò radicalmente quando nell’800 le nuove normative forestali vietarono il pascolo in bosco, gli alberi furono usati per produrre carbonella da portare in paese nelle gerle o a dorso di mulo, Da allora il bosco ha chiuso quasi tutte le chiarie che lo caratterizzavano raggiungendo una forma sempre più potente e antagonista ai prati artificiali delle malghe. Un contrasto tra pieni e vuoti che assume anche un valore coloristico molto forte nelle diverse stagioni.

DSCF2055

Il contrasto tra il bosco e le praterie artificiali

DSCF2073

Le moderne fascine del ceduo evocano quelle antiche delle borre dirette a Venezia

DSCF2083

Oggi il fitto manto boscoso è interrotto non più dalle aperte strade della transumanza ma dalle linee elettriche che garantisco i rifornimenti energetici agli impianti e a Piancavallo

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Dalla smart city alla smart land

21 domenica Dic 2014

Posted by Moreno Baccichet in libri

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smart city, smart land, trasformazioni

Cari amici

Vi ricordiamo il secondo appuntamento pordenonese con Luoghi&Territori

Se la Smart City è la citta che agisce attivamente per migliorare la qualita della vita dei propri cittadini, concetto molte volte proposto durante la redazione del PRG di Pordenone, la Smart Land è

“un ambito territoriale nel quale attraverso politiche diffuse e condivise si aumenta la competitivita e attrattivita del territorio, con una attenzione particolare alla coesione sociale, alla diffusione della conoscenza, alla crescita creativa, all’accessibilita e alla liberta di movimento, alla fruibilita

dell’ambiente (naturale, storico-architettonico, urbano e diffuso) e alla qualita del paesaggio e della vita dei cittadini”. Un concetto che sembra calzare a pennello con il caso della conurbazione pordenonese e con una prospettiva ottimistica di resilienza e rigenerazione territoriale.

Convinti che discutere di questa prospettiva territorialista sia particolarmente utile in questo momento abbiamo invitato due dei curatori del volume uscito per Marsilio dal titolo Dalla smart city alla smart land.

Per scaricare il manifesto usate questo indirizzo:

82.145.172.119/media/attach/2014/02/Poster_Smart_Land.pdf

Interverranno:

Roberto Masiero è professore di storia dell’architettura allo IUAV di Venezia, studioso delle arti e delle scienze nel quadro di una generale storia delle idee e della politica. Ha pubblicato numerosi testi editi in diverse lingue e curato significative mostre d’arte. Nel 2002 è stato direttore artistico nella sezione Neuchâtel dell’Expo internazionale svizzera. È nel Comitato scientifico della Fondazione Francesco Fabbri di Pieve di Soligo e nel Comitato direttivo della Fondazione Collodi di Pescia.

Federico della Puppa è professore di Economia e Gestione delle Imprese all’Università IUAV di Venezia. E’ consulente di Assodimi e Cresme e alterna l’attività di insegnamento e ricerca con quella professionale. Con Roberto Masiero ha elaborato il poster della Smart Land che ha fornito l’occasione per la produzione del libro con Aldo Bonomi.

masiero

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I Paesaggi dell’Alpe Adria per Pietro Valle

12 venerdì Dic 2014

Posted by Moreno Baccichet in Luoghi & Territori

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modernità, paesaggio, trasformazioni

Cari amici

Venerdì presentiamo a Pordenone uno tra i libri sul paesaggio più interessanti tra quelli usciti nel 2014. Si tratta di una lettura di luoghi portata a termine con un atteggiamento speciale, quello di un architetto che indaga la forma territoriale come se questa fosse una enorme scultura dell’esperienza umana.
Ambienti e paesaggi, apparentemente disabitati, vengono esplorati da Pietro Valle secondo la tradizione, tutta friulana, dei “viaggi in patria”. Viaggi nei territori che costruiscono la nostra identità di abitanti e che nel caso specifico di Pietro Valle hanno una dimensione tranfrontaliera. Viaggi che esplorano il territorio come se fosse un’opera d’arte costringendo l’autore
e il lettore a cercare nella forma un significato che superi la funzionalità di eloquenti presenze.
Ci è sembrato interessante proporre all’attenzione vostra e di chi attende o assolve alla preparazione del piano regolatore della città una prospettiva di lettura (nel libro si parla anche di Pordenone) che superi il dibattito sul consumo di suolo e sulla funzionalità degli strumenti per porre l’attenzione al tema dei valori che il territorio costruito assume per i
nostri “diversi” occhi.

pietro valle

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