• Home
  • Esergo
  • Chi siamo
  • Libri
  • Eventi
  • Contatti

Luoghi&Territori FVG

~ Esplorazioni partecipate nei paesaggi in trasformazione

Luoghi&Territori FVG

Archivi Mensili: Maggio 2017

Servizio Civile Nazionale con il nostro circolo, Legambiente Pordenone.

29 lunedì Mag 2017

Posted by martinabellucci in Luoghi & Territori

≈ Lascia un commento

banner_BANDO17

Se siete o conoscete giovani fra i 18 e i 28 anni desiderosi di intraprendere un’esperienza alternativa e formativa… Se vi incuriosicono le attività che porta avanti il circolo e vi piacerebbe dare una mano attivamente e a tempo (quasi) pieno, allora vi comunichiamo che è stato pubblicato il bando di Servizio Civile Nazionale per l’anno 2017/2018. Ci sono 2 posti disponibili per aiutare il nostro circolo, Legambiente Pordenone, nelle sue attività.

Al seguente link trovate tutte le informazioni necessarie:

http://www.arciserviziocivile.it/index.php?option=com_content&view=article&id=975:pubblicato-il-bando-nazionale-di-scn-2017&catid=11:news&Itemid=33

Se cliccate nella “sezione dedicata ai nostri progetti” e poi “Progetti in Italia” potrete selezionare la nostra regione e ritrovare il progetto di ArciServizioCivile “Natura(l)mente” che vede come una delle sedi attuative proprio il nostro circolo.

Passate parola il più possibile fra amici e conoscenti per questa occasione.

Per qualsiasi informazione o chiarimento, le nostre attuali volontarie di Servizio Civile, Benedetta e Martina, restano a disposizione tramite mail o telefono.

pordenone@legambientefvg.it

0434540483

Condividi:

  • Twitter
  • Facebook

Mi piace:

Mi piace Caricamento...

Orti Urbani e Orti Sociali luoghi di integrazione e alimentazione.

14 domenica Mag 2017

Posted by Walter Coletto in Appunti di Viaggio, Luoghi & Territori, orti, Urbanistica

≈ Lascia un commento

Tag

Esplorazioni, fotografia, paesaggi

Questa volta siamo partiti dall’orto che non c’è.

Questo è quello che avremmo trovato se il progetto proseguiva:

Cartello di invito alla partecipazione
Cartello di invito alla partecipazione
Volontari al lavoro
Volontari al lavoro
Lavorano proprio tutti
Lavorano proprio tutti
Le aiuole appena completate
Le aiuole appena completate
I primi prodotti
I primi prodotti
Aiuola con produzione
Aiuola con produzione
L'erba tagliata a isole nello spazio sgambatura cani
L’erba tagliata a isole nello spazio sgambatura cani
Una delle panchine ricavata dagli sfiati dei garage
Una delle panchine ricavata dagli sfiati dei garage

Questo è quello che abbiamo trovato:

L'itinerario si confronta su carte di anni diversi e con storie diverse.
L’itinerario si confronta su carte di anni diversi e con storie diverse.
Il gruppo pomotore si racconta
Il gruppo pomotore si racconta
riferimenti bibliografici
riferimenti bibliografici
Quì c'erano le aiuole
Quì c’erano le aiuole
La panchina non c'è più
La panchina non c’è più
Quì c'erano le aiuole
Quì c’erano le aiuole
La sgambatura cani è tornata al taglio classico
La sgambatura cani è tornata al taglio classico
Alcuni dei promotori.
Alcuni dei promotori.

Il giardino delle rose:

Presentazione del Museo delle Rose
Presentazione del Museo delle Rose
Villa Galvani
Villa Galvani
Inizio della visita
Inizio della visita
Visita alle aiuole
Visita alle aiuole
ogni rosa ce ne sono piu di 150 è identificata da un cartellino che ne fornisce le informazioni essenziali
ogni rosa ce ne sono piu di 150 è identificata da un cartellino che ne fornisce le informazioni essenziali
Aiuola sul retro del Nuseo
Aiuola sul retro del Nuseo

L’orto di villa Carinzia, come strumento di risocializzazione e coinvolgimento:

Cartello di presentazione dell'orto
Cartello di presentazione dell’orto
Aiule lavorate
Aiule lavorate
Incontro con i gestori
Incontro con i gestori
Aiuole in produzione
Aiuole in produzione
La serra
La serra
Il padiglione nel parco
Il padiglione nel parco
La Serra piccola per i fioriOLYMPUS DIGITAL CAMERA
La Serra piccola per i fioriOLYMPUS DIGITAL CAMERA
La fontana
La fontana
Le cariole deglioperatri e sullo sfondo il semenzaio
Le cariole deglioperatri e sullo sfondo il semenzaio
La serra piccola
La serra piccola

Tra un’orto e l’altro il territorio

OLYMPUS DIGITAL CAMERA
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
OLYMPUS DIGITAL CAMERA

L’orto di Borgo Meduna come spazio condiviso, da varia umanità:

Incontro con gli utilizzatori
Incontro con gli utilizzatori
il deposito
il deposito
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
Una buona produzione è anche fatta di precisione.
Una buona produzione è anche fatta di precisione.
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
OLYMPUS DIGITAL CAMERA

Lacerti di storia:

Cimitero di Borgo Meduna
Cimitero di Borgo Meduna
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
Cavalcavia dell'autostrada
Cavalcavia dell’autostrada
Villa
Villa
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
Lavatoio con palme davanti a Villa Cattaneo
Lavatoio con palme davanti a Villa Cattaneo
La campagna lavorata davanti a Villa Cattaneo
La campagna lavorata davanti a Villa Cattaneo

La zona industriale di Valle Noncello:

OLYMPUS DIGITAL CAMERA
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
OLYMPUS DIGITAL CAMERA

L’orto come mezzo di accoglienza e strumento di comunità:

OLYMPUS DIGITAL CAMERA
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
OLYMPUS DIGITAL CAMERA

L’orto delle Coccinelle luogo di integrazione oltre che di alimentazione:

L'orto delle Coccinelle dalla Provinciale
L’orto delle Coccinelle dalla Provinciale
L'orto delle Coccinelle dalla Provinciale
L’orto delle Coccinelle dalla Provinciale
L'accoglienza
L’accoglienza
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
Non tutte le aiuole danno verdura
Non tutte le aiuole danno verdura
La serra Autocostruita
La serra Autocostruita
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
OLYMPUS DIGITAL CAMERA

Una piccola esperienza dentro la città:

Valle Noncello
Valle Noncello
Valle Noncello
Valle Noncello
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
Il gestre della Fattoria Sociale
Il gestre della Fattoria Sociale
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
L'itinerario si confronta su carte di anni diversi e con storie diverse.
L’itinerario si confronta su carte di anni diversi e con storie diverse.
Il gruppo pomotore si racconta
Il gruppo pomotore si racconta
riferimenti bibliografici
riferimenti bibliografici
La sgambatura cani è tornata al taglio classico
La sgambatura cani è tornata al taglio classico
Quì c'erano le aiuole
Quì c’erano le aiuole
Alcuni dei promotori.
Alcuni dei promotori.

Condividi:

  • Twitter
  • Facebook

Mi piace:

Mi piace Caricamento...

Una fattoria didattica e sociale a Pordenone.

12 venerdì Mag 2017

Posted by martinabellucci in Luoghi & Territori

≈ Lascia un commento

Meta finale dell’escursione di domenica 7 maggio è stata l’unica fattoria didattica e sociale presente all’interno del territorio comunale di Pordenone: “La vite e i tralci”, di Salvador Valerio.

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

Intervista a Salvador Valerio, titolare dell’azienda.

L’azienda è nata ormai quasi 30 anni fa, nell’88/89, come un’azienda di ortofloricoltura, ovvero di coltivazione e produzione di piantine da orto, da fiore e da balcone. In un secondo momento è stata agganciata all’attività commerciale di fioreria. Dopo un periodo in cui è stata affittata e poi inutilizzata, ho sviluppato l’idea di riprendere l’attività, però tenendo conto di un’evoluzione dell’agricoltura: quello verso l’agricoltura sociale.

Mission e tipo di agricoltura
A fine 2015 abbiamo avuto da parte dell’Ersa FVG il riconoscimento di fattoria didattica e sociale. Questo, da una parte, con la fattoria didattica, ci permette di essere aperti alle scuole e di fare dei laboratori all’interno dell’azienda. Dall’altra parte, l’aspetto che fondamentalmente ci interessa di più è quello di essere fattoria sociale. Collaboriamo con l’ASL, con l’ambito territoriale e con altre realtà sociali per inserimenti lavorativi di persone in situazioni di difficoltà. In questi anni sia io che la persona che collabora con me, Giulia, abbiamo intrapreso un percorso di formazione per avere maggiori requisiti per rispondere alle richieste di inserimenti di persone con problematiche difficili. Con persone in borsa lavoro, in realtà, abbiamo iniziato già 30 anni fa, quando ancora non si parlava di fattoria didattica e sociale. Quando siamo partiti c’era una persona che aveva problemi legati all’alcolismo, è stata la prima persona che è stata inserita e siamo diventati amici. Per questa azienda poi sono passate molte persone con borse lavoro. Guardando anche alla mia esperienza personale, sono sempre stato combattuto fra due interessi: da una parte quello verso le piante, i fiori, la coltivazione, dall’altro il sociale. L’evoluzione dell’agricoltura e quindi le fattorie sociali mi hanno permesso di mettere insieme le due cose, il che è un connubio che può dare molta soddisfazione. Le persone svolgono con le piante e l’orto un’attività terapeutica a tutti gli effetti perché la natura risponde immediatamente se viene trattata bene o male: vedere il risultato del proprio lavoro in breve tempo è sicuramente una cosa che aiuta.
L’azienda agricola e commerciale si muove su contesto fiscale-economico e quindi abbiamo bisogno di tenere in piedi un’attività che ci permetta anche di poter svolgere l’attività sociale. Oltre a quello del negozio, qui a Vallenoncello, abbiamo un’altro spazio che viene utilizzato per coltivazioni specifiche. Quel terreno è stato oggetto di esercizi di prova per approcciarci al mercato del biologico. Tra gli obiettivi che abbiamo come azienda, uno è proprio quello di riuscire a creare una collaborazione con gli orti sociali “Le coccinelle”, con la cooperativa Abitamondo che gestisce Casa San Giuseppe e anche con la Caritas per un progetto bio-orticolo. Con queste realtà siamo già abbastanza legati da esperienze che abbiamo fatto per nostra buona volontà e interesse personale, come nel caso dell’orto a San Giuseppe, progetto in cui erano confluite diverse persone a dare una mano: volontari dal quartiere, persone che vivevano a San Giuseppe, compresi i rifugiati, e persone di altre associazioni. Abbiamo visto che c’è molto interesse rispetto alla tematica di orto sociale e al biologico. Tutto quello che riguarda l’aspetto del mangiare e coltivare sano, del salvaguardare la terra anche per le future generazioni rimane comunque uno dei nostri obiettivi. Miriamo a creare una location dove poter fare una produzione completa di biologico. Attualmente, le nostre piantine da orto, pur non essendo trattate con prodotti di sintesi e utilizzando insetti utili, non possono essere definite biologiche per via della coltivazione parallela del fiore, che deve essere bello da vedere e non buono da mangiare a differenza dell’ortaggio. Vorremmo creare una filiera completa biologica: dalla produzione di piantine da orto a quella di ortaggi, puntando alla vendita a km0, soprattutto. La nostra azienda è conosciuta qui sul territorio da diverso tempo. Un paio d’anni fa abbiamo fatto delle piccole prove per vedere anche cosa richiedeva seguire un lavoro di questo tipo: si è innescato un buon meccanismo di richiesta e i prodotti che facevamo riuscivamo a piazzarli. L’obiettivo deve essere creare una filiera dove inserire anche il progetto educativo per persone che ne hanno bisogno, però a fine giornata dobbiamo guadagnare altrimenti rischiamo di non riuscire ad andare avanti. La parte critica del progetto è la sostenibilità del prodotto perché richiede una manodopera enorme e molta energia. L’intenzione è comunque quella di andare in quella direzione e sono convinto che possa anche rispondere alle richieste della gente, perché c’è questa attenzione da parte delle persone, specialmente le più giovani,verso il km0, il biologico e sistemi di acquisto alternativi.
La nostra azienda, più che cambiato il paesaggio, credo che l’abbia mantenuto tale, almeno dove siamo noi: tutti questi alberi intorno li manteniamo proprio perché la biodiversità ci permette di fare meno trattamenti alle piante. Ritengo invece che la nostra presenza abbia contribuito a un cambiamento e stia contribuendo a un cambiamento legato al sistema di aziende aperte al sociale. Un’azienda agricola che si occupava solo della coltivazione adesso magari può fare un agriasilo, una fattoria didattica, può fare mille cose.

Rapporto con i cittadini e le altre realtà del territorio
Per adesso vendiamo solo nel punto di vendita, ogni tanto facciamo qualche vendita all’ingrosso, ma siamo più posizionati sulla vendita al dettaglio.
Nel caso della Casa di San Giuseppe, c’è stato un lavoro di collaborazione intesa come consulenza che poi si è trasformato in amicizia. Quando è iniziato il progetto degli orti sociali “Le Coccinelle” di Marco Pasutto, io me ne sono interessato subito, come fattoria sociale collaboriamo molto con queste iniziative: sono interessanti perché uniscono persone che provengono da paesi e culture diverse. Spesso, semplicemente per il fatto che non sanno dove andare a prendere le piantine, vengono qua. Abbiamo messo in piedi così una collaborazione interessante con le varie famiglie. Per esempio, qualche giorno fa, ho dato disponibilità ad una coppia di persone provenienti dall’Africa che aveva dei semini dal proprio Paese, di venire qui a seminarli; li bagno io, poi loro li prenderanno per trapiantarli nell’orto sociale. Là coltivano biologic, noi facciamo per loro anche consulenze sulle consociazioni che possono essere fatte, organizziamo qualche iniziativa. L’anno scorso abbiamo fatto là dei lavori con delle persone inserite a lavorare in azienda.
A Villa Carinzia ho collaborato in passato come consulente al Giardino Educativo delle Sorprese tramite Laboratorio Scuola, per un paio d’anni. È stata interessante l’esperienza con persone disabili perché l’agricoltura è stata utile per vedere persone riuscire a fare cose che loro non si immaginavano neanche di poter fare: i trapianti, la bagnatura, la cura delle piante in genere, ho visto che ha stimolato più di qualcuno.

Vision rispetto al futuro e alla città
Sono anni che si parla di fattora sociale, ma il fenomeno è così articolato che ci vorrà ancora del tempo prima che entri maggiormente all’interno degli ambiti sociali. fino all’anno scorso noi facevamo parte del Forum delle Fattorie sociali della provincia di Pordenone dove è stato fatto un grosso lavoro di avviamento rispetto all’agricoltura sociale. Adesso che la Provincia non c’è più ci siamo rivolti al forum regionale. Il Forum provinciale si è fermato, però tutta quell’energia, quel cammino che abbiamo fatto, sarebbe un peccato che andasse perso. Come fattoria sociale abbiamo un ruolo che è distinto da quello di un’associazione o di una cooperativa. Noi vogliamo dare anche un aspetto imprenditoriale al sociale. C’è del tempo dedicato alle persone, ma in un contesto economico e quindi io penso che possa esserci una buona collaborazione con il territorio, con una cooperativa, con un’associazione, con l’ambito o con la ASL proprio per questa diversità. È una cosa in più sul territorio, non la vedo come una cosa che posso occupare spazi già occupati ma come una ricchezza. La mia speranza è quello di vedere un po’ alla volta riconosciuto un lavoro che facciamo da anni, anche per avere lo stimolo per poter andare avanti.
Abbiamo bisogno che ci sia riconosciuto anche un aspetto educativo perché nel caso della disabilità o di situazioni di persone che hanno difficoltà personale abbastanza forti, ci viene richiesto del tempo, frutto anche di competenze acquisite con percorsi specifici, che speriamo in qualche maniera prima o dopo ci venga riconosciuto anche, giustamente, sotto l’aspetto economico.

Condividi:

  • Twitter
  • Facebook

Mi piace:

Mi piace Caricamento...

Le Cuiére di San Giuseppe: oltre a un tetto per dormire, un orto per mangiare.

12 venerdì Mag 2017

Posted by martinabellucci in Luoghi & Territori

≈ Lascia un commento

La Casa del lavoratore San Giuseppe, di proprietà della Caritas e gestita dalla Cooperativa Abitamondo, è una comunità dedicata all’accoglienza, in questo momento, di persone richiedenti asilo.

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

Intervista a Andrea Castellarin, presidente della cooperativa Abitamondo, e a Matteo Martinelli, operatore.

La comunità è nata inizialmente come una casa nella quale persone che avevano già un lavoro, ma non un alloggio, avevano la possibilità di avere sia questo che un pasto caldo. Con il tempo si è sviluppata in base all’utenza e alle necessità del territorio e si è modificata la tipologia di accoglienza. Abitamondo è nata nel 2006 su iniziativa della Caritas Diocesana di Concordia-Pordenone e di un gruppo di operatori dell’associazione Nuovi Vicini onlus, per operare al fianco di istituzioni pubbliche, ecclesiastiche e del terzo settore (cooperative sociali, associazioni di promozione sociale, associazioni di volontariato, ecc.). Abitamondo elabora e gestisce progetti per l’emergenza abitativa di diversi Ambiti socio-assistenziali della provincia di Pordenone.

Mission e tipo di agricoltura
La nostra agricoltura è di tipo “biologico”, ma non certificato, è naturale il più possibile. È stata una semplice coincidenza che ci ha portato a interessarci al tema dell’agricoltura sociale perché di fatto non è il nostro ramo di attività. Il primo motivo per cui abbiamo iniziato ad occuparci anche di questo è che questa struttura si trova in zona agricola e ha un terreno, il secondo è che abbiamo conosciuto l’orticoltore di Vallenoncello Valerio Salvador de La Vite e i Tralci – Az. Agricola Salvador, che era prima fattoria didattica, poi sociale, in cui fa anche inserimenti lavorativi. Con lui, che si è sempre interessato ai temi di agricoltura sociale, da anni abbiamo una collaborazione per cui ci siamo trovati un po’ per caso a interessarci a questo tema. L’abbiamo trovato interessante per una serie di motivi: era una maniera per valorizzare gli spazi che abbiamo, quest’area verde che per tanti anni, almeno fino a 2010, era un semplice giardinetto, c’era un campetto da calcio anche poco utilizzato; inoltre c’era la volontà di trovare un luogo di attività per gli ospiti della casa. E poi, un po’ alla volta, sono subentrate tutta una serie di altre considerazioni, perché l’orto si presta anche ad altre attività. Abbiamo fatto dei corsi di formazione sull’agricoltura per gruppi di richiedenti asilo e rifugiati. In questi anni siamo entrati nel Forum delle Fattorie Sociali della provincia di Pordenone. Entrando in questo mondo abbiamo potuto fare degli inserimenti lavorativi con persone con disabilità o qualche forma di disagio.

Rapporto con i cittadini e le altre realtà del territorio
Non ci interessa vendere i prodotti, ma tutto il resto che l’orto si porta dietro ovvero la possibilità di essere un luogo di inclusione sociale, un luogo di relazione con la comunità. Negli anni volontari del territorio hanno partecipato all’attività dell’orto, un’attività ricreativa che ha creato socializzazione. In più è un’occasione per persone in un momento di difficoltà di mettersi in gioco, ad esempio un disoccupato a cui mancavano pochi anni alla pensione e che non riusciva a trovare lavoro. Sono questi gli aspetti che ci interessano. In questi anni abbiamo avviato una collaborazione con le Caritas parrocchiali per la distribuzione nelle borse spesa dei prodotti raccolti, mentre una parte viene usata qui in mensa.
Poi nella rete di collaborazioni, pensando al tema dell’orto, c’è l’associazione Nuovi Vicini, che è quella che gestisce tutte le accoglienze che riguardano i rifugiati e che è anche l’ente che ha finanziato è supportato i corsi di formazione che abbiamo fatto sull’agricoltura. In più, lavoriamo in convenzione con i servizi sociali. Gli ospiti, i beneficiari di borsa lavoro o altre persone che abbiamo inserito nell’orto, in alcuni casi venivano inviate dai servizi sociali. Anche il Forum delle Fattorie Sociali è stato un luogo importante di animazione del tema di agricoltura sociale a livello provinciale. Inoltre tramite il Forum arrivavano finanziamenti per inserimenti di ragazzi con disabilità. Un ragazzo faceva attività nell’orto e dormiva anche qua, quindi faceva un percorso di autonomia. Dal punto di vista più pratico e concreto abbiamo una collaborazione con Marco Pasutto il quale, oltre a gestire gli orti della sua associazione (orto sociale Le Coccinelle, ndr), è un agronomo e quindi ci ha dato una consulenza tecnica. Anche Valerio Salvador ha fatto da supporto tecnico. Con loro abbiamo anche tentato di presentare progetti di agricoltura sociale all’Azienda Sanitaria, che però si sono persi per strada.
Un altro rapporto che tentiamo di tenere vivo e quello con il quartiere, abbiamo volontari che ci danno una mano, partecipiamo alle feste di quartiere come la festa della catalpa, che esiste da qualche anno. Partecipiamo a questa festa con un banchetto in cui Marco vende le sue verdure e noi raccontiamo la nostra esperienza.
Riguardo le nostre modalità di comunicazione, una volta avevamo aperto un blog sull’orto che poi abbiamo lasciato perdere perché non riusciamo a starci dietro, come pure la pagina Facebook. Però a parte quello ogni tanto abbiamo utilizzato la stampa per pubblicizzare le attività che facciamo e abbiamo fatto anche una relazione sull’attività svolta. Preferiamo le comunicazioni dirette.

Vision rispetto al futuro e alla città
Non essendo un’attività economica abbiamo avuto difficoltà ad andare avanti in questi anni. Non abbiamo un coltivatore pagato e ogni anno abbiamo dovuto trovare un sistema diverso per supportare l’attività. Un anno, ad esempio, ci siamo appoggiati ai fondi dell’8 per mille della Caritas, che ci hanno consentito di avere un po’ di risorse per pagare qualcuno che lavorasse qui. Con i corsi di formazione siamo usciti a coprire l’acquisto della serra oppure tramite donazioni abbiamo acquistato sementi. Ogni anno dobbiamo trovare una maniera diversa per rendere il progetto sostenibile e questo è un limite molto forte. Inoltre le persone che lavorano all’orto non lo fanno con continuità: gli ospiti della casa restano un anno e poi vanno via e abbiamo sempre avuto difficoltà a tirare avanti in maniera continuativa e omogenea l’attività. Ci appoggiamo a tutte le collaborazioni che siamo riusciti a instaurare nel tempo. Una delle cose che ci piacerebbe fare è, replicando più o meno il sistema che ha creato Marco Pasutto, ospitare delle famiglie che in cambio di un appezzamento qui ci aiutino a far funzionare tutto il resto, in modo da poter continuare l’attività. Similmente, con le Caritas vorremmo instaurare un rapporto di scambio per cui i beneficiari delle borse spesa da loro gestite vengano ad aiutarci, ad esempio.

Condividi:

  • Twitter
  • Facebook

Mi piace:

Mi piace Caricamento...

Orti sociali e Giardino Educativo delle Sorprese di Villa Carinzia

11 giovedì Mag 2017

Posted by martinabellucci in Luoghi & Territori

≈ Lascia un commento

Nel Parco di Villa Carinzia coesistono e si compenetrano due realtà: quella degli orti sociali urbani, destinati prevalentemente a famiglie con disabili, anziani e bambini del quartiere di Borgomeduna, in cui si trova, e quella del Giardino Educativo delle Sorprese, una realtà in cui lavorano persone con disabilità. Le attività del Giardino, compresi gli orti sociali, a Villa Carinzia sono ferme dalla fine del 2016, in attesa di una nuova organizzazione da parte della Regione.

L’intervista che segue fa riferimento alla situazione come era fino ad aprile 2017.

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

Intervista a Maria Basaldella, educatrice dell’Azienda Sanitaria.

La proprietà del Parco di Villa Carinzia era della Provincia, la quale la ricevette in donazione dalla Croce Rossa della Carinzia, alla quale fu donata da vecchi proprietari del Tirolo per scopi sociali. Negli anni ’70-’80 era centro diurno del CPAS, successivamente è stata ristrutturata e ci sono stati alcuni cambiamenti. Nel 2000 è cominciata l’esperienza degli orti sociali urbani. C’era già dal 1996 il Giardino Educativo delle Sorprese, gestito in co-partecipazione da Provincia e Azienda Sanitaria. La parte programmatica era affidata a Laboratorio Scuola (cooperativa sociale ONLUS con sede ad Azzanello), nella persona di Alberto Grizzo, il quale, assieme a Elena Beltrame, è stato l’ideatore e colui che ha spinto per gli orti sociali.
Al momento, con lo scioglimento delle Provincie, non è ben chiaro chi sia l’ente o la persona che debba farsi carico di questa realtà.

Mission (e tipo di agricoltura)
Gli orti sociali nel Parco di Villa Carinzia sono 10 e sono situati presso l’entrata al Parco da via Canaletto. Lo scopo di questi orti è sempre stato di puntare molto sul lato sociale: per regolamento, veniva dato un appezzamento di orto ad anziani, famiglie con bambini o disabili del quartiere di Borgomeduna. C’è stato un avvicendarsi di persone, ma alcune sono rimaste fisse e infatti abbiamo un’età media abbastanza alta. È sempre stata messa in primo piano la dimensione della condivisione: si richiedeva di partecipare alle attività del centro, di dare un apporto umano e concreto al Parco e al Giardino. Chi più, chi meno, gli assegnatari degli orti collaborano nei lavori straordinari, come sfalci e potature o nell’annaffiare nel fine settimana. Fanno autonomamente le manutenzioni, semine e coltivazioni nei loro appezzamenti, noi alle volte diamo loro piantine.
Il Giardino Educativo delle Sorprese è stato fino all’anno scorso un centro di collaborazione tra Azienda Sanitaria, Provincia e Laboratorio Scuola. Adesso il Giardino è rimasto in capo all’Azienda Sanitaria, io e la mia collega, Amelia Cicuta, siamo educatrici dell’Azienda e i ragazzi, gli utenti, sono anch’essi in carico all’Azienda, naturalmente. Il Giardino svolge alcune attività: manutenzioni, taglio dell’erba erba, gestione delle aiuole, potature semplici. Anche il Giardino ha alcuni orti, di cui ci occupiamo coi ragazzi e diamo parte delle verdure alla Caritas. Ci occupiamo anche di alcune attività di tipo più educativo, come teatro, ippoterapia e piscina, per dare un servizio completo all’utenza, un servizio che riguardi tutta la persona. Facciamo inoltre un’osservazione su alcuni ragazzi per dare indicazioni al SIL, il Servizio orientamento formazione e inserimento lavorativo.
Per la gestione del Giardino, avevamo un tecnico che veniva 2 volte la settimana tramite Laboratorio Scuola. L’ultimo a collaborare con noi è stato Ivo Iop, il quale è agronomo e ha una sua azienda.

Rapporto con i cittadini e le altre realtà del territorio
Vengono presso il Giardino alcuni volontari e noi seguiamo il giardino alle scuole materne. L’idea è di rendere osmotico l’entrare e l’uscire dal Parco di Villa Carinzia, ove si svolgono attività a cui partecipano persone sia attraverso la rete degli orti sociali del Parco sia tramite altre attività di volontariato. Ci sono ad esempio signore che vengono a fare attività di cucina, di danza e di teatro. Abbiamo una rete che funziona perché storicamente abbiamo creato delle relazioni. Una signora che fa qui attività di danza è la figlia di una signora, che ora ha circa 80 anni, che veniva anni fa ad accompagnare una ragazza. Un ragazzo è venuto a fare un tirocinio e adesso continua a darci una mano.
Con gli orti sociali del comune non abbiamo nessun rapporto. Siamo invece andati a visitare l’orto della “Casa di san Giuseppe” a Vallenoncello e della Chiesa Evangelica in Comina. Alla cooperativa “Il seme” di Fiume Veneto prendiamo piantine ogni tanto, c’è conoscenza. Qualche volta ci è capitato di andare a “Il Guado” di Cordenons.

Vision rispetto al futuro e alla città
La problematica nuova è che, non esistendo più la Provincia, tutti i beni, lo scorso anno, sono passati in automatico alla Regione, la quale deve ancora ri-destinarli: c’è bisogno di fare una riassegnazione e rivedere i regolamenti. La vision dunque non dipende da noi, che siamo educatrici dell’Azienda Sanitaria, non abbiamo potere di indirizzo anche se senz’altro possiamo dire la nostra. Sarebbe interessante continuare con gli orti, anche se con altre modalità: ci piacerebbe sorpassare la visione per cui ogni assegnatario di appezzamento si coltiva il suo orticello per favorire invece altre forme più dinamiche, che mettano molto più in contatto le persone, come già accade presso altre realtà come ad esempio “Podere al Popolo” di Cordenons.

Condividi:

  • Twitter
  • Facebook

Mi piace:

Mi piace Caricamento...

L’orto biologico solidale “Le Coccinelle”

10 mercoledì Mag 2017

Posted by martinabellucci in Luoghi & Territori

≈ Lascia un commento

L’Associazione Micromondo di famiglie è un gruppo di persone che seguendo il filone dell’autoproduzione crea progetti di agricoltura collettiva. Marco Pasutto, insieme con questa associazione, ha avviato a Vallenoncello un orto solidale, dove si sperimentano forme di coltivazione biologica e si costruiscono reti tra persone, associazioni e scuole.

L’orto “Le Coccinelle” è stata una delle tappe della nostra esplorazione di domenica 7 maggio. L’associazione, peraltro, è partner del nostro progetto “Orti in Città”.

Vi proponiamo la video-intervista a Marco Pasutto, realizzata da Elisa Cozzarini per il progetto di LegambienteFVG #nuoveconomie.

Condividi:

  • Twitter
  • Facebook

Mi piace:

Mi piace Caricamento...

Gli orti sociali del Comune: sezione di Villanova vecchia.

09 martedì Mag 2017

Posted by martinabellucci in Luoghi & Territori

≈ Lascia un commento

L’intervista che segue è stata fatta a fine 2016. Attualmente, a maggio 2017, la situazione è la seguente: la nuova amministrazione comunale ha confermato gli orti per altri 5 anni, e le sostituzioni/lotti, viene fatta in base alle disdette.

Intervista ad Angelo Simonella, referente.

orto_villanova_foto SimonellaFoto di Angelo Simonella.

Non avevo mai coltivato prima, però a casa mia c’è sempre stato l’orto, dove ho sempre dato una mano con la manutenzione, vangando, sistemando le aiuole, etc.. Ma non avevo mai pensato di piantare e coltivare. Quando poi stavo per andare in pensione, le alternative erano: l’orto appunto, comprare un cane, oppure dedicarmi alla fotografia, mia grande passione. Il Comune però ha istituito gli orti giusto quando “mi servivano”, quindi ho fatto domanda, e mi è stato assegnato. Ho cominciato nel 2010, mi sono interessato fin da subito a tutto il progetto, e per questo sono diventato referente.

Mission e tipo di agricoltura
Uno dei motivi che mi spinge a fare l’orto è sicuramente la possibilità di produrmi tutto quello che mi serve per tutto l’anno, ed è una cosa importante. Avere le verdure fresche, te le coltivi tu, non sono inquinate, e in questo modo unisco anche l’utile al dilettevole.
La mia è un’orticoltura tradizionale, non posso dire che sia totalmente biologica, anche se non uso assolutamente antiparassitari e prodotti di questo tipo. Preferisco che il pomodoro abbia qualche macchiolina, ma non voglio usare veleni, perché altrimenti vado al supermercato ecco. Produco un po’ di tutto: pomodori, cetrioli, cipolle, zucchine, prezzemolo, aglio, cavoli, melanzane, peperoni. Ormai vado ad acquistare solo le patate, anche se da quest’anno ho iniziato anche con quelle; ne ho piantate un chilo, ne ho ottenuti 20.

Rapporto con i cittadini e le altre realtà del territorio
Mi piace essere “dentro” il problema, non mi va di andare là a coltivare e andare via, quindi questa esperienza è importante anche per la parte di socialità. Non per niente si chiamano orti sociali. Quindi mi rapporto con gli altri assegnatari per qualsiasi cosa, se si rompe un rubinetto, se c’è un problema tra gli orticoltori, se si rompe il chiavistello, insomma tutte quelle piccole cose di cui la gente non si interessa, e che io invece in quanto referente mi son dichiarato disponibile a raccogliere e a risolvere.
Per quanto riguarda gli appezzamenti degli orti del Comune, sono 50 mq, son 5 metri per 10. Ce ne sono alcuni anche da 25, però sono pochi rispetto alla maggioranza. Abbiamo un grande spazio che si sviluppa ed è diviso in tre gruppi sostanzialmente. Il gruppo di cui faccio parte (siamo circa 20 su 50) io è quello “iniziale” diciamo, e c’è parecchia collaborazione tra di noi: se uno va in ferie gli si bagna l’orto, se ad esempio tu hai più pomodori mi dai quelli io ti do le zucchine; c’è tutto questo interscambio fra orticoltori. Anche perché stranamente, a distanza di metri, a uno vengono bene le melanzane all’altro le cipolle, a uno i cetrioli all’altro l’insalata, per cui c’è questo scambio fra di noi. Gli altri due gruppi sì coltivano qualcosa, ma non molto e soprattutto non con continuità.
Per quanto riguarda i rapporti con il Comune si può dire che sono presenti. Prima è capitato di trovarci un po’ abbandonati a noi stessi, si interessavano solo della parte burocratica, al fatto che pagassimo l’affitto annuale di 70 euro, poi solo se c’era qualche problema da segnalare, di tubi rotti, l’albero che sta per cadere, e cose così. Fase che però si è conclusa con il cambio di amministrazione. C’è stato di recente anche un cambio di gestione, perché gli orti sociali sono passati al “verde”, ed è Miriam Gianessi che ha appena preso in mano il tutto.
Adesso poi c’è questa nuova amministrazione. L’assessore Boltin e i suoi collaboratori mi hanno fatto una buona impressione, sembrano molto interessati che questa cosa vada avanti nel migliore dei modi, che tutto sia coltivato per bene, che non ci siano orti abbandonati, le stradine tutte pulite, cose che adesso sono state un po’ trascurate, per cui confido in un’ottima collaborazione con il Comune.
Con i referenti degli altri orti invece siamo stati in contatto più che altro nei primi tre anni, perché il comune organizzava anche dei corsi mirati di orticoltura, però almeno fino ad ora non c’è stato un “venite a visitare noi, noi veniamo a visitare voi” e cose di questo tipo per favorire l’aggregazione. Sentiamo solo quello che succede quando ci sono le riunioni, ma rapporti diretti non ce ne sono molti.

Vision rispetto al futuro e alla città
Desideri particolari non ce ne sono, ognuno ha il proprio lotto che coltiva, non vedo ci siano altre possibilità, se non qualche grigliata in compagnia e cose di questo tipo.
Questo cambiamento di gestione e di amministrazione invece non abbiamo ancora idea se ci porterà a dei risvolti positivi o meno, perché il regolamento iniziale era quello di avere l’orto per 5 anni, poi dovevi andare via e subentrava un altro. In questo momento siamo già al sesto anno, è quasi iniziato il settimo, e la nostra idea è quella di far cambiare il regolamento, ne abbiamo già parlato. Vorremmo cambiarlo in modo che ci sia una rotazione in base agli abbandoni. Abbiamo visto che in 6 anni, su 50, almeno 25 sono andati via. L’unica preoccupazione è che ci tolgano l’orto. Noi siamo quelli che hanno dissodato i terreni, li hanno portati a produzione, li hanno sistemati, sarebbe un peccato adesso perdere questa opportunità. Abbiamo anche provveduto alla copertura anti grandine, e a concimazioni particolari per poter produrre meglio, ma sono investimenti che abbiamo fatto di tasca nostra. L’unico desiderio quindi è che l’orto non ci venga tolto, ma che venga cambiato il regolamento con questo tipo di prospettiva.

Condividi:

  • Twitter
  • Facebook

Mi piace:

Mi piace Caricamento...

Non solo orti: La Compagnia delle Rose

08 lunedì Mag 2017

Posted by martinabellucci in Luoghi & Territori

≈ Lascia un commento

Con il progetto “Orti in Città”, ci siamo occupati anche di gestione attiva e condivisa dello spazio pubblico. A Pordenone, interessante è il lavoro dell’associazione che gestisce il roseto di Parco Galvani, che siamo andati a visitare durante l’escursione di domenica 7 maggio.

Rose

Intervista ad Annalisa Marini, presidentessa dell’associazione

Siamo un’Associazione che ad oggi conta circa 120 soci anche se molte più persone seguono le attività ed iniziative sociali che sono svolte a titolo gratuito ed aperte a tutti.
La finalità principale de ‘La Compagnia delle Rose’ è di far ‘avvicinare’ alle rose storiche un vasto pubblico e quella, non secondaria, di accrescere l’amore per le rose in generale e incoraggiarne la coltivazione, oltre che promuovere una gestione collettiva di un bene pubblico, il MIRA -Museo Itinerario della Rosa Antica.
L’Associazione ‘LA COMPAGNIA DELLE ROSE’ si costituisce su idea della arch.paesaggista Annalisa Marini nell’aprile del 2011, in seguito alla realizzazione del MIRA-Museo Itinerario della Rosa Antica. La Marini e un gruppo di quattro amiche, costituiscono con atto notarile del 4 aprile 2011 l’Associazione a cui viene dato il nome ‘La Compagnia delle Rose’ per evocare la famosa ‘Compagnia delle Indie Orientali olandese’ che portò in Europa le più antiche rose dall’Oriente.
Nasce a Pordenone poiché il MIRA-Museo Itinerario della Rosa Antica, che è il ‘motivo’ per cui è nata, si trova nel parco Galvani di Pordenone, ed è adiacente alla Galleria d’Arte Moderna e contemporanea ‘A.Pizzinato’. Perché la presenza del MIRA offre l’opportunità di sviluppare la ‘mission’ dell’Associazione.

Mission
Ci siamo posti quale obiettivo la creazione di un solido e ampio gruppo di appassionati di rose disponibile a sostenere e a favorire:
– il funzionamento e lo sviluppo della comunicazione culturale del MIRA;
– la raccolta, il mantenimento e la preservazione di esemplari autentici e tutt’ora viventi del genere Rosa, nelle rispettive sezioni, specie e ibridi, anche promuovendo la ricerca, identificazione e salvaguardia di ‘rose degli antenati’ spesso sopravvissute in qualche antico giardino;
– la realizzazione di attività atte a sviluppare e diffondere la conoscenza delle rose in generale e specificatamente di quelle antiche, offrendo mediante tecnici specializzati, informazioni sulla loro coltivazione e cura;
– l’organizzazione di attività culturali, editoriali, tecniche, formative e ricreative attinenti al tema delle ‘rose’ con eventi, conferenze, stages formativi, esposizioni, pubblicazioni, concorsi, sperimentazioni, ed ogni evento, culturale e/o ludico ricreativo che possa richiamare l’attenzione sulle rose;
– l’esplorazione di tematiche più ampie riguardanti le relazioni tra Rose e ‘Giardino’, la conoscenza dell’ambiente naturale, del verde pubblico e privato per promuovere la conoscenza della dimensione terapeutica della “Rosa” e del Paesaggio;
– la collaborazione con Enti pubblici e privati per incentivare la pratica del “Giardinaggio” sostenendo e promuovendo progetti di nuovi roseti sul territorio in quanto tale pratica ha anche ruoli sociali importanti per riavvicinare alla comunità civile, oltre che a favorire il benessere personale e relazionale;
– ogni altra attività utile ad incrementare la conoscenza delle rose e la tutela e la valorizzazione del MIRA, promuovendo e sollecitando una gestione collettiva di un bene pubblico, il MIRA-Museo Itinerario della Rosa Antica, mediante attività inerenti alla cura della rosa ; nonché incontri tematici all’interno del giardino (corsi di pittura botanica, percorsi sensoriali con i bambini, concerti con ragazzi delle scuole di musica).

Rapporto con i cittadini e le altre realtà del territorio
Attraverso le molteplici attività ed iniziative proponiamo a tutte le persone che sentono di condividere la nostra passione ed i nostri scopi, di aderire all’Associazione e aiutarci a coltivare questo spazio di ‘cultura delle rose’, portando così il patrimonio di amore per la natura, di storia e conoscenza legato a questi fiori a diventare parte importante della propria vita e del proprio bagaglio culturale. E’ nostra intenzione diffondere una diversa ‘cultura del verde’ che si riflette in un approccio etico rispetto al verde pubblico che va coltivato, e non ‘subíto’ o trattato con disinteresse.
Cultura che intende il “giardino” o “spazio verde”:
– come valore di miglioramento dell’habitat ,
– come luogo che cura perché influisce sulla sfera psichica e fisica per recuperare il proprio equilibrio mentale, fisico ed emotivo,
– come luogo per svolgere attività inerenti alla cura del verde entrando in tal modo in rapporto diretto con la natura
Cerchiamo di stimolare questo interesse attraverso innumerevoli incontri/conferenze (circa una ventina all’anno) a cui partecipa un numeroso pubblico, (da 50 a oltre 90 persone) e altre attività (visite guidate gratuite al MIRA, visite a roseti del territorio e fuori regione, eventi legati alle rose e alla cultura del verde).
La nostra Associazione sin dall’inizio ha sempre cercato la collaborazione e condivisione degli obiettivi, declinati ovviamente in maniera differente a seconda delle tipologie delle diverse associazioni. Ci rapportiamo con Associazioni principalmente del territorio pordenonese ma non solo.
Le principali Associazioni regionali con cui abbiamo contatti e/o collaborazioni sono:
Amici di ParCo
Amici in Giardino
Ass. Tra Fiori e Piante
Associazione Amanti delle Mele Antiche
Associazione Naturalistica Cordenonese
Società Naturalisti Silvia Zenari
Agricola Monte San Pantaleone (roseto S.Giovanni di Trieste)
Wigwam Club Giardini Storici Venezia
Amici del tango (per iniziative di raccolta fondi)
UNICEF – Comitato Provinciale di Pordenone
Associazione IL CAPITELLO
EUPOLIS
Associazione “CINTAMANI”
Ma anche con Associazioni internazionali:
Società Slovena della Rosa – Društvo Ljubiteljev Vrtnic Slovenije
Associazione Amanti delle Rose della regione Goriška
World Federation of Roses Societies (di cui siamo anche membri)
E con le scuole superiori di agraria per progetti di formazione:
Istituto Tecnico Agrario (I.I.S.il Tagliamento) di Spilimbergo (PN)
Istituto Tecnico Agrario ‘G.B. Cerletti ‘ – I.P.A.A. di Piavon (TV)
CeFAP (Centro di Formazione Agricola permanente) di Codroipo (UD)
Naturalmente collaboriamo attivamente per gli aspetti culturali con il Comune di Pordenone, per aspetti a carattere sociale con il CRO di Aviano, oltre che all’ormai ex provincia di Pordenone.
Possiamo contare sulla collaborazione di GEA ambiente (per le nostre attività e la gestione del MIRA) e sul sostegno della Banca di Credito Cooperativo Pordenonese-BCC Pn, Banca di Cividale, dove abbiamo attivato anche un progetto di crowdfunding.
In una particolare inziativa a carattere sociale (donazione di un giardino ‘terapeutico’ al CRO di Aviano) abbiamo la collaborazione di diverse ditte (impresa Vazzoler, Grimel, Cobeton, Claber, Cimolai, viavi Barni, vivai La Campanella, vivai Susigarden, vivai Toffoli e altri).
La comunicazione delle nostre attività, iniziative ed eventi avviene solitamente tramite: mail ad una ampia mailing list composta da soci, simpatizzanti, associazioni ecc., pubblicazione sul nostro sito web, comunicati stampa sui giornali quotidiani o su riviste mensili del settore (giardinaggio-verde e ambiente)(es. mensile Gardenia-Cairo Editore), cartoline e locandine dell’evento distribuite in città e comuni vicini, pubblicazione sul sito ‘Associazioni online’ del Comune di Pordenone e, ovviamente al passaparola e alle info di volta in volta durante le nostre conferenze/incontri.

Vision rispetto al futuro e alla città
Ovviamente, come prevede la nostra stessa ‘mission’ il nostro desiderio è che ci sia una maggiore sensibilità da parte dei cittadini rispetto alla gestione del verde pubblico e che anche l’Amministrazione comunale consideri, in particolare il MIRA, il ‘verde’ quale risorsa piuttosto che un ‘peso’.
Naturalmente la nostra attività proseguirà nel solco di quanto fatto finora, anche con un potenziamento del coinvolgimento delle realtà scolastiche, sia in ambito agrario ma non solo, perché siamo convinte che l’etica ed educazione del cittadino rispetto al ‘verde’ e all’ambiente, nasce dal suo personale coinvolgimento, fin dall’età giovanile.

Condividi:

  • Twitter
  • Facebook

Mi piace:

Mi piace Caricamento...

Esplorazioni partecipate nei paesaggi in trasformazione

03 mercoledì Mag 2017

Posted by martinabellucci in Luoghi & Territori

≈ Lascia un commento

Luoghi&Territori 2017

Orti in città
Agricoltura urbana e giardini condivisi in riva al Noncello
Domenica 7 maggio 2017
Community garden e orti sociali sono la storia recente di una Pordenone “green”

1

Ritrovo a Pordenone alle ore 9,30 presso l’area verde di via Brusafiera, vicino alla chiesa di San Giorgio.

Percorso
Come arrivare:
Si deve raggiungere il centro di Pordenone e parcheggiare nei pressi della chiesa di San Giorgio, facilmente riconoscibile per lo straordinario campanile a forma di colonna dorica progettato da Giovambattista Bassi alla metà dell’800. Nei pressi ci sono abbondanti parcheggi scoperti, ma anche due parcheggi in struttura. Dalla chiesa di San Giorgio parte via Brusafiera, una strada minore e cortissima che passa sul retro degli uffici della provincia e che sul lato a monte, tra due anonimi condomini degli anni ’70, ha un elemento di discontinuità con uno spazio verde residuale.
La nostra escursione questa volta partirà da questo verde residuale.
Tempo di percorrenza: 7 ore. lunghezza 10 chilometri
Grado di difficoltà: nessuno, perché gran parte del percorso è su strada e su strade campestri .

2
Schema dell’insediamento medievale di Pordenone lungo il Noncello

3

Carta austriaca del 1805

Motivazioni per la scelta dell’itinerario
Storicamente Pordenone aveva un territorio comunale che si poneva a cavallo del docile Noncello per arrivare fino alle sponde dell’irruento Meduna. Lungo quest’ultimo, probabilmente in età basso medievale si procedette alla colonizzazione dei terreni più fertili costruendo un insediamento disperso chiamato Villanova: Villaggio Nuovo. Tra questo insediamento rivierasco e il Noncello c’era un’ampia zona boschiva che nel tardo cinquecento entrerà nella disponibilità della Repubblica Veneziana e che si chiamerà il Bosco di San Marco. Questo bosco occupava terre morbide e ricche d’acqua e ancora in epoca austriaca aveva un grande significato per gli usi della città. Pordenone era un’isola asburgica all’interno del patriarcato ed era necessario che fosse autonoma per quanto riguarda le necessità di legna. Necessità che nel medioevo erano ancora più importanti che nel ‘500 perché in antico Pordenone era una città costruita con case in legno. Il porto aveva poi bisogno di moltissima paleria e tavolati, e questo vale anche per gli apprestamenti di difesa passiva che seguivano i fossati delle mura.
Sulla riva sinistra del Noncello c’erano i due abitati indipendenti di Valle e di Noncello, mentre in mezzo alla campagna sorgevano le residenze agricole di due importanti famiglie borghesi quella dei Tinti e quella dei Marin e poi Cattaneo. Altri piccoli borghi suburbani erano quelli di San Gregorio e della Meduna.

4

Mappa austriaca del 1806-69

Questa zona sarà anche quella che provvederà a fornire la città di mattoni grazie alle vene di argilla sfruttate da un sistema diffuso di fornaci. Dietro a Borgo San Gregorio c’era la località Le Fornaci, mentre la zona dell’incrocio di Borgo Meduna si chiamava la Fornacela. A ovest della chiesa di Villanova c’era la località Fornace. La zona di Villa Tinti, invece, si chiamava Le Crede e nei pressi c’era anche la Tesa delle Crede. Alla fine dell’800 le carte registrano ancora la presenza del bosco ma anche il “Campo del guardiano” vicino alla località “confin del bosco”.
In quest’area dagli anni 50 è successo di tutto, a partire dalle prime forme della dispersione insediativa con lottizzazioni di case operaie all’interno di un lotto che un tempo era tenuto ad orto. Poi sono arrivati i grandi quartieri operai come quello delle Case Rosse, il grande Piano per Insediamenti Produttivi (PIP) e poi il centro commerciale, l’arrivo dell’autostrada e ora la nuova bretella. Eppure in questa zona sono nate alcune delle cose più interessanti che riguardano l’agricoltura periurbana. L’escursione si muoverà in un ambiente di periferia fino a sfiorare le campagne che ancora oggi raggiungono la confluenza tra il Noncello e il Meduna.

5

L’immagine sopra mostra in rosso gli orti sociali e collettivi , in verde quelli di produzione e in giallo quelli di autoproduzione e questo mostra in modo evidente la pervasiva presenza di agricoltura all’interno della città diffusa

I giardini, gli orti e le aziende che visiteremo

Oltre il giardino

Nel 2014 alcuni cittadini che avevano dato vita a un tentativo di impedire la chiusura degli spazi espositivi di Parco2 tentarono di proporre all’amministrazione comunale “la realizzazione di un orto condiviso nell’area verde di proprietà pubblica denominata “Le Tombe”, situata in via Brusafiera, secondo le tecniche, le etiche e i principi della Permacultura. Il Laboratorio avrà lo scopo di stimolare, attraverso la sperimentazione di nuovi modelli della sussidiarietà, la socializzazione e il coinvolgimento dei cittadini nell’occuparsi insieme della cura dei beni pubblici, e allo stesso tempo si propone di incoraggiare l’avvio di un volano di riqualificazione urbana e sociale dell’area specifica e del suo intorno”.
Oltre il giardino non voleva essere un semplice community garden ma anche un’occasione per ripensare a una radicale riforma del senso dello spazio urbano. Invece l’esperienza è vissuta con continui conflitti con l’amministrazione Pedrotti. La successiva giunta Ciriani ha dimostrato di non sopportare queste metodologie di progettazione informale e ha preferito negare gli spazi di Oltre il giardino per cui visiteremo uno spazio che dopo due anni di cura da parte dei cittadini è tornato ad essere un ambiente abbandonato alle pratiche ordinarie di falciatura e manutenzione pubblica.

Il MIRA e la Compagnia delle Rose

La finalità principale de ‘La Compagnia delle Rose’ è di avvicinare al tema delle rose storiche un vasto pubblico incoraggiando i cittadini alla loro coltivazione, oltre che promuovere una gestione collettiva di un bene pubblico, il MIRA -Museo Itinerario della Rosa Antica. L’associazione è nata nel 2011 e da allora ha allestito e gestito con i volontari il grande roseto progettato e realizzato a fianco della Galleria di arte moderna a Parco Galvani. La nostra visita ci permetterà di cogliere l’ambiente del giardino in una delle sue fasi iniziali di fioritura.

Il Giardino delle sorprese a Villa Carinzia

Si tratta del più vecchio orto sociale di Pordenone nato nel 1996 dall’iniziativa della Provincia di Pordenone che all’interno di un progetto teso a mitigare il disagio sociale ha deciso di riconvertire alcuni spazi verdi del grande complesso che un tempo fu degli Amman, coinvolgendo anche la scuola elementare di Borgomeduna.
Successivamente il progetto ha dato spazio anche alla disponibilità di qualche orto urbano per le famiglie con disabili di Borgomeduna (2000) che è stato il primo esempio di questo genere in città. Il progetto è stato seguito dall’Azienda Sanitaria di Pordenone.
Fino alla chiusura della Provincia di Pordenone quest’orto non solo permetteva l’attività degli assistiti, ma contribuiva alla distribuzione di cibo in città alle famiglie meno abbienti. Ora il progetto è fermo in attesa di capire quale altro ente pubblico riceverà gli spazi di Villa Carinzia dopo la chiusura della Provincia di Pordenone.
Ovviamente la nostra speranza è che l’esperienza continui.

Gli orti urbani di Villanova
Soprattutto il quartiere delle “Case Rosse” di Villanova è stata una esperienza innovativa nel rapporto tra l’abitare comunitario e l’uso delle attrezzature e dello spazio pubblico. Nel 2010 anche in queste borgate il comune ha messo a disposizione dei cittadini che ne avrebbero fatto richiesta alcuni piccoli orti urbani destinati a una agricoltura di prossimità per quelle famiglie che vivono in residenze plurifamiliari. Questo non a caso è uno degli orti più grandi della città e conta una cinquantina di cittadini impegnati a prendersi cura di questa esperienza.

Gli orti urbani a Villanova vecchia
Anche nei pressi della vecchia borgata di Odorico da Pordenone il comune ha attrezzato un insieme di orti urbani che accolgono persone che provengono per lo più dai settori urbani della città. Visiteremo anche gli esiti di questa esperienza di agricoltura.

Le cuiere di San Giuseppe

Presso la Casa del lavoratore San Giuseppe, di proprietà della Caritas e gestita dalla Cooperativa Abitamondo, c’è una comunità dedicata all’accoglienza impegnata con le persone richiedenti asilo.
In questa struttura sociale a partire dal 2010 si è sviluppata l’idea di aprirsi alle attività dell’orto che integrasse la capacità di fornire verdura per le borse spesa della Caritas. Presso l’orto si sono organizzati corsi di formazione sull’agricoltura per gruppi di richiedenti asilo e rifugiati e la struttura è entrata anche nel Forum delle Fattorie Sociali della provincia di Pordenone proponendo anche inserimenti lavorativi con persone con disabilità o qualche forma di disagio. “Non ci interessa vendere i prodotti, ma tutto il resto che l’orto si porta dietro ovvero la possibilità di essere un luogo di inclusione sociale, un luogo di relazione con la comunità”.

Orto biologico e sociale “Le Coccinelle”
Questo è uno degli orti più recenti a Pordenone prodotto dall’attività dell’Associazione Micromondo di famiglie : un gruppo di persone che seguendo il filone dell’ autoproduzione crea progetti di agricoltura collettiva. Nel 2012 in occasione dell’ “Anno europeo dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra le generazioni “ è partito il progetto indirizzato verso l’ attivazione di percorsi di coltivazione comune coinvolgendo un gruppo di anziani e giovani di Pordenone e dintorni.  L’orto è inserito anche in una filiera di borse alimentari e ogni anno dona circa 1,5 tonnellata\anno di ortaggi alle associazioni che riforniscono le famiglie in difficoltà. Nel 2014, l’ Anno internazionale dell’ agricoltura familiare (ONU) , è nato ufficialmente l’ orto sociale le Coccinelle: “Creiamo progetti di agricoltura sociale e percorsi con le scuole e con altre associazioni . In questi anni abbiamo avuto più di una ventina tra partnership e collaborazioni con enti, associazioni, scuole. Per quest’ultime,in itinere sono stati messi a disposizione alcuni piccoli orti per la scuola elementare S.Leonardo di Vallenoncello che dista 500 metri circa ed insieme all’ associazione Biodiversamente abbiamo vinto il primo premio al concorso internazionale Siit (conoscenza della biodiversità in un’area che si estende dalle coste dell’Adriatico orientale (Italia) alla Slovenia occidentale, con la partecipazione di 4 scuole (S.Leonardo,Vendramini,Padre Marco di Aviano e Ex terzo Drusin) coinvolgendo un totale di 283 bambini”.

La fattoria didattica La Vite e i Tralci – Az. Agricola Salvador
A Vallenoncello c’è la sola fattoria didattica della conurbazione pordenonese e anche per questo finiremo qui la nostra serie di incontri dedicati a rendere evidente il carattere di diversa socialtà espresso dal tema del prendersi cura della terra. L’esperienza dell’azienda Salvador si solge in collaborazione con gli enti assistenziali della provincia e permette di accogliere disabili o persone che hanno qualche disagio in un ambiente in cui l’agricoltura costruisce e descrive un mondo di valori.

Per partecipare
La passeggiata si svilupperà per lo più su stradine campestri e sterrate. E’ probabile che ci sia molto caldo quindi portatevi una adeguata scorta di acqua.
L’escursione prevede una camminata lenta di circa sette ore priva di difficoltà. Chi viene con i figli è pregato di prestare a loro le dovute attenzioni.
Vi raccomandiamo un abbigliamento conforme alla stagione soprattutto in considerazione delle previsioni del tempo.
Per i problemi finanziari dell’associazione le escursioni di Luoghi&Territori non sono gratuite, ma sottoposte a una quota di rimborso spese per compensare i costi organizzativi. I non iscritti pagheranno 5 euro mentre gli iscritti 3. Per i bambini rimane tutto gratuito.

Numero massimo di adesioni: trenta con obbligo di prenotazione.
Per informazioni e prenotazioni:
Moreno Baccichet: 043476381, oppure 3408645094, moreno.baccichet@gmail.com

Progetto realizzato con la collaborazione del Centro Servizi Volontariato del Friuli Venezia Giulia.
(progetto CSV 32/2016)

csv

In collaborazione con

Associazione Naturalistica Cordenonese

Orto sostenibile Il Guado

Associazione La Compagnia delle Rose

Terraè

Comitato Ruial de San Tomè

Condividi:

  • Twitter
  • Facebook

Mi piace:

Mi piace Caricamento...

Andando per Orti e Paesaggio nella periferia Nord della conurbazione Pordenonese

03 mercoledì Mag 2017

Posted by Walter Coletto in Appunti di Viaggio, Esplorazioni, Luoghi & Territori, orti

≈ Lascia un commento

Tag

Esplorazioni, fotografia, paesaggi

Tra orti sociali, hotel per insetti, orti biologici, brughiere dimenticate, resti di un agricoltura del passato con i suoi sistemi di irrigazione a canaletta, rovine di edifici mai nati, capannoni decorati, attività abbandonate, coltivazioni estensive ed intensive, nuove colonizzazioni del Glera  e dell’Ulivo, orti giardino fortificati, e steppe sconfinate ammirate da paleo dossi assolati o sotto pioppi secolari, cave immense nascoste da siepi sempreverdi, il tutto condito da varia e colta umanità.

P1010128P1010127Hotel_degli_InsettiP1010129P1010131P1010134P1010135P1010136P1010137P1010140 - Version 2P1010141P1010143P1010147OLYMPUS DIGITAL CAMERAP1010152P1010153P1010155P1010156P1010158P1010161P1010165P1010167P1010174P1010176P1010181P1010184P1010187P1010194P1010195P1010196P1010200P1010202P1010207P1010208P1010211P1010215P1010218P1010232

Condividi:

  • Twitter
  • Facebook

Mi piace:

Mi piace Caricamento...
← Vecchi Post

Cibo&Paesaggio

nuoeconomie

Argomenti

  • amnesie urbane (3)
  • Appunti di Viaggio (5)
  • documenti (8)
  • Esplorazioni (39)
  • Eventi (12)
  • Fortezza FVG (1)
  • libri (8)
  • Luoghi & Territori (86)
  • Monografie (1)
  • orti (4)
  • Storia di Legambiente (1)
  • Urbanistica (2)

Amnesie Urbane

Mappa partecipata delle aree abbandonate

Ultimi commenti

martinabellucci su Azienda agricola Da Pieve…
Gianfranco su Azienda agricola Da Pieve…
Mariangela Modolo su Una domenica tra orti e vecchi…
clementina su Una domenica tra orti e vecchi…
Prova di Martina | N… su Scaricate gratis il nuovo libr…
marsure
cropped-terzo_paesaggio_cotonif.jpg
DSCF7735
cropped-valerani-_cavalcava.jpg
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
OLYMPUS DIGITAL CAMERA

Siti interessanti

Gente che cammina

  • Alpinismo Molotov Una banda disparata a cui piace la montagna e a cui piace camminare.

Il tempo che fu

  • Scarpe&Cervello Per vedere cosa abbiamo fatto prima di Luoghi&Territori

Nel territorio

  • Fattoria sociale e didattica Sottosopra Sottosopra, che nel nome racchiude in sé la realtà della Val Tramontina, è un’azienda agricola, una fattoria didattica e sociale e un luogo di relazioni.

Inserisci il tuo indirizzo email per seguire questo blog e ricevere notifiche di nuovi messaggi via e-mail.

Unisciti ad altri 1.216 follower

Seguono Luoghi & Territori

Follow Luoghi&Territori FVG on WordPress.com

Tag

acqua agricoltura urbana Alberto Fiorin allevamento Alpaca Amnesie urbane architettura Aviano Aziende virtuose boschi Boschi di nuova formazione Budoia capre Casarsa Castelnovo del Friuli chilometro 0 Chions cibo Clauzetto conferenza Cortina di Ferro Dardago Dismissioni Militari Esplorazioni fattoria didattica Formaggio formaggio salato Fortezza FVG fotografia Fotografie Friuli Occidentale Guerra Fredda Hotel per gli insetti inquinamento Joris Karl Huysmans Latteria di Pradis libri Luoghi&Territori Marsure memorie Michel Houellebecq Mini caseificio modernità Moreno Baccichet orti orticoltura Orticoltura naturalistica Ortogoloso paesaggi paesaggio Paesaggio pedemontano paesaggi urbani pastori pastorizia pecore Pier Paolo Pasolini Pitina Pordenone Pradis praterie PRGC prodotti tipici rigenerazione urbana San Vito al Tagliamento smart city smart land Torrate Tramonti di Sopra trasformazioni Trasformazioni paesaaggistiche Travesio Turismo culturale Val Meduna William Least Head-Moon Zafferano

Gli autori

  • Moreno Baccichet
    • Come si costruisce un hotel per gli insetti
    • Inizia la nuova campagna di iniziative 2017 sui temi dell’autoproduzione del cibo
    • Sembra ieri ma sono passati trent’anni
  • ElisabettaMi
    • Amnesie urbane a Oltre il giardino
    • Moreno e Paolino nel Carso
    • FORTEZZA FVG Dalla guerra fredda alle aree militari dismesse. Una recensione
  • martinabellucci
    • AMNESIE URBANE 2.0 – Incontri e iniziative alla scoperta degli spazi vuoti, delle “Amnesie Urbane” in città
    • Azienda agricola Santarossa Franco
    • Azienda agricola Meneghel Antonietta
  • Walter Coletto
    • A Braida Curtis una mattinata nella terra di mezzo tra Torrate e Bagnarola
    • Gente di Pallantina
    • Orti Urbani e Orti Sociali luoghi di integrazione e alimentazione.
  • RSS - Articoli
  • RSS - Commenti
Follow Luoghi&Territori FVG on WordPress.com

Archivi

  • gennaio 2018 (3)
  • luglio 2017 (6)
  • giugno 2017 (1)
  • Maggio 2017 (11)
  • aprile 2017 (7)
  • marzo 2017 (3)
  • febbraio 2017 (1)
  • gennaio 2017 (1)
  • dicembre 2016 (1)
  • novembre 2016 (3)
  • ottobre 2016 (2)
  • settembre 2016 (3)
  • agosto 2016 (3)
  • luglio 2016 (1)
  • marzo 2016 (1)
  • gennaio 2016 (6)
  • dicembre 2015 (14)
  • novembre 2015 (3)
  • ottobre 2015 (2)
  • luglio 2015 (5)
  • giugno 2015 (12)
  • Maggio 2015 (7)
  • aprile 2015 (5)
  • marzo 2015 (1)
  • febbraio 2015 (7)
  • gennaio 2015 (7)
  • dicembre 2014 (3)

Ultimi articoli

  • AMNESIE URBANE 2.0 – Incontri e iniziative alla scoperta degli spazi vuoti, delle “Amnesie Urbane” in città 29 gennaio 2018
  • A Braida Curtis una mattinata nella terra di mezzo tra Torrate e Bagnarola 6 gennaio 2018
  • Gente di Pallantina 2 gennaio 2018
  • Azienda agricola Santarossa Franco 24 luglio 2017
  • Azienda agricola Meneghel Antonietta 18 luglio 2017

Meta

  • Registrati
  • Accedi
  • Flusso di pubblicazione
  • Feed dei commenti
  • WordPress.com

Crea un sito o un blog gratuito su WordPress.com.

Privacy e cookie: Questo sito utilizza cookie. Continuando a utilizzare questo sito web, si accetta l’utilizzo dei cookie.
Per ulteriori informazioni, anche sul controllo dei cookie, leggi qui: Informativa sui cookie
  • Segui Siti che segui
    • Luoghi&Territori FVG
    • Segui assieme ad altri 1.216 follower
    • Hai già un account WordPress.com? Accedi ora.
    • Luoghi&Territori FVG
    • Personalizza
    • Segui Siti che segui
    • Registrati
    • Accedi
    • Segnala questo contenuto
    • Visualizza il sito nel Reader
    • Gestisci gli abbonamenti
    • Riduci la barra
 

Caricamento commenti...
 

    %d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: