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Luoghi&Territori FVG

~ Esplorazioni partecipate nei paesaggi in trasformazione

Luoghi&Territori FVG

Archivi Mensili: gennaio 2015

Digressione

Trait d’union

24 sabato Gen 2015

Posted by ElisabettaMi in libri

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Tag

Joris Karl Huysmans, Michel Houellebecq, William Least Head-Moon

Trovare, un percorso inaspettato è l’inestimabile regalo che ti fa la letteratura che – notoriamente – è l’unica forma del leggere che “non serve a niente”.

e adesso andiamo a “inpirar” tre libri…

sottomissione

Sottomissione di Michel Houellebecq.

Anche chi non ha letto il libro sa di cosa tratta l’ultimo romanzo dello scrittore francese uscito il giorno stesso della strage degli autori di Charlie Hebdò.
Si ipotizza che nel 2017 in Francia, dopo le elezioni, il primo partito per numero di voti sia il Fronte Nazionale di Marine Le Pen, e che, contemporaneamente, il primo ministro sia  il leader del partito della Fratellanza Mussulmana.  Per quanto si pongano su versanti contrapposti le due forze politiche sono per molti versi sovrapponibili mentre ne escono polverizzate  le formazioni politiche laiche ed illuministe e la distinzione classica fra destra e sinistra. Ma non ci si deve aspettare – secondo quel che ci si potrebbe attendere dallo scrittore più volte accusato di islamofobia – una Francia messa e ferro e fuoco dagli esclusi; dalla “feccia” come Sarkosy aveva graziosamente appellato gli abitanti delle banlieux durante le rivolte del 2005. Michel Houellebecq con sottigliezza cambia radicalmente il punto di vista… Non sarà una rivolta ma una reazione!  Una involuzione soft… In Francia si instaura, in modo pervasivo e persuasivo, una società autoritaria e gerarchica, dove i traballanti ruoli di genere sono riconfermati in modo eclatante e i bisogni “spirituali” rinverditi da nuova linfa.
L’esausto protagonista non ci metterà poi molto a “convertirsi”; non si sà se ha messo nel conto le 72 mitiche vergini che lo aspettano in paradiso, per ora potrà comunque avere due, tre mogli nella terragna Parigi… Detta così sembra un romanzo grottesco, ma in realtà non lo è – se non per i soggetti perdenti (nel caso le donne); il professore universitario, protagonista del romanzo, rappresenta in modo convincente il tipo dell'”ultimo uomo” anche se se ce l’ha con Nietsche che chiama “la vecchia bagascia”, completamente “denudato” dal laicismo e dall’illuminismo, in cerca di risposte che il cristianesimo – passato al filo della secolarizzazione – non riesce più a dare. Così gli toccherà buttare alle ortiche il suo “mentore” lo scrittore che da sempre lo ha idealmente accompagnato.. Si tratta di Joris Karl Huysmans che Houellebecq intelligentemente usa come controcanto, come “segnalino” dell’impossibilità per il protagonista di trovare risposte nella religione cattolica…

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Controccorrente di Joris Karl Huysmans

Lascio Sottomissione e seguo per un po’ l’autore di A Rebours, misconosciuto ai più e dichiarato insieme al suo cenacolo “ormai illeggibile” da chi lo legge per mestiere… Anche in questo caso è facile sapere di cosa parli il suo libro più famoso,  Controccorrente (1884); della tarturuga con il carapace rivestito di pietre multicolori, dell’ossessione del protagonista, Des Esseintes, per la cura manicale e mortifera della sua residenza/rifugio dal mondo… (D’Annunzio e la carcassa gigante della tartaruga morta di vecchiaia sulla tavola della sua sala da pranzo a Gardone, vi ricorda qualcosa?). Ma non è tanto la trama, quanto la struttura compositiva a rendere unico il libro di Huysmans. Questo aspetto ce lo ricorda il protagonista di Houllebecq il cui vertice creativo è un testo critico Vertigine dei neologismi dedicato alla lingua di Huysmans.
Il protagonista di Sottomissione è d’accordo con lo scrittore Barbey d’Aurévilly che di Controcorrente disse: «Dopo un libro tale non resta altro all’autore che scegliere tra la canna di una pistola e i piedi della croce». Huysmans fra le due alternative scelse la croce. Impossibile, invece, per un professore parigino, genialoide, incapace di amare e di farsi amare, ultimo epigono di più di 200 anni di laicismo,
 inginocchiarsi ai piedi di una croce senza sfiorare il ridicolo; effettivamente non rimane che l’islamismo che ancora sembra vibrare di autenticità per non parlare dei benefici collaterali di cui sopra…

Eppure, eppure, questo Controcorrente è una esplorazione da fare… senza dubbio. E il nostro acido professore parigino – senza volerlo – o forse no – me ne ha fatto innamorare…

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Prateria. Una mappa in profondità di William Least Heat-Moon

Con un balzo  spericolato Huysmans ci porta nel Kansas il cuore piatto degli Stati Uniti. Quando mi è ricapitato fra le mani Prateria un libro letto e molto amato quasi 20 anni fa, sono rimasta sopresa che il sulfureo, decadente francese fosse uno dei numi tutelari di William Least Heat-Moon lo scrittore di origine pellerossa. Prateria è un libro di viaggio davvero singolare, anzi unico. Costruito a capitoli che esplorano – in profondità – con sguardo minuzioso e preciso una zona – il Kansas – che proverbialmente sembra un luogo in cui non c’è nulla da scoprire… Anzi il cerchio si restringe e lo sguardo zumma su una piccola contea – la Chase Country  – alla ricerca del genio del luogo costruendo una “carta topografica di parole” di quasi 700 pagine! Tanto per capirci qui si descrive ogni filo d’erba, si racconta ogni storia, si solleva ogni zolla di terra, si segue ogni traccia indiana…
Un viaggio davvero appassionante! W.L. Heat-Moon suddivide il suo testo in dodici sezioni e ad ogni sezione premette un florilegio di citazioni e piccoli testi che chiama con echi fra Flaubert e Melville “Dal libro dei luoghi comuni”. Ed ecco la citazione da Huysmans:

Sorgono vaghe spinte migratorie che vengono soddisfatte dalla riflessione e dallo studio. Istinti, sensazioni e inclinazioni che l’uomo ha ricevuto in eredità si risvegliano, prendono forma e s’impongono con autorità imperiosa. L’individuo comincia e ricordare persone e cose mai conosciute personalmente finché, a un certo momento, rompe la prigione del proprio secolo e vaga liberamente in altre ère.

Joris-Karl Huysmans, Controcorrente (1884)

Trasuda un po’ di spiritismo, ma a ben vedere un qualche carattere sottile e magico Huysmans deve alla fine averlo per  navigare controcorrente e servire discorsi così agli antipodi.

 

 

 

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Il nuovo PRGC di Pordenone, un punto di vista autorevole.

21 mercoledì Gen 2015

Posted by Walter Coletto in documenti

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Tag

Pordenone, PRGC

Pordenone

L’8/01/2015 la Giunta Comunale di Pordenone ha incontrato gli ordini professionali degli Ingegneri e degli Architetti che hanno illustrato un documento che raccoglie una serie di osservazioni su quanto oggi è comprensibile del PRGC in corso di redazione.

Ve lo proponiamo nella sua forma integrale.

08.01.2015_doc. definitivo_scenari nuovo PRGC Pordenone

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Imparare da Marsure un versante antropizzato

17 sabato Gen 2015

Posted by Walter Coletto in Esplorazioni

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acqua, boschi, Esplorazioni, Paesaggio pedemontano

Antropizzazione (dal greco ànthrōpos uomo) Opera di trasformazione dell’ambiente naturale attuata dall’uomo per soddisfare le proprie esigenze e migliorare la qualità …

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Imparare da Marsure: Il relitto di una vecchia infrastruttura.

17 sabato Gen 2015

Posted by Walter Coletto in Luoghi & Territori

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Poco discosto dall’attuale sentiero che sale verso la Costa Longa da Marsure, si trovano i resti di un vecchio sentiero dalle caratteristiche molto particolari, farebbe pensare ad un tracciato per slitte.

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L’incisione è senza dubbio artificiale anche se si muove lungo una discontinuità del tessuto soccioso. La scelta di scendere con eventuali slitte lungo questo incavo, segnato delle tavolette dell’IGM cone un sentiero evitava di transitre sul sentiero meno ripido ma più esposto. E’ probabile anche che l’approfondimento della innaturale contropendenza sia il risultato dell’uso visto che il materiale roccioso è in questa prima spalla della Ciosta Lunga molto fragile.

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Imparare da Marsure: il senso dell’acqua nelle terre alte

10 sabato Gen 2015

Posted by Moreno Baccichet in Esplorazioni, Luoghi & Territori

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acqua, Aviano, Marsure, paesaggio, Paesaggio pedemontano, pastorizia

In un territorio calcareo le poche fonti affioranti e i temi della “cattura” dell’acqua piovana erano determinanti per le attività di pascolo su tutto il versante alpino. Per questo motivo quando in età bassomedievale si consolidarono i confini tra comunità di villaggio l’accesso alle fonti idriche divenne un problema di ogni piccolo villaggio. Non possiamo non notare come lungo strade di salita, come quella di Costa longa attrezzate con piccole stagni per l’abbeverata (lame), divennero il naturale confine con il villaggio di Giais e che la mulattiera, poco sotto l’omonima forcella toccava una sorgente attiva quasi tutto l’anno e posta in sostanza sul confine delle due comunità.

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Uno dei rivoli della sorgente è segnato dall’abbeveratoio e dai cippi confinari tra i comuni di Aviano e Barcis

Ancor più evidente è il significato confinario assunto dalla sorgente del Tornidor che divenne il limite confinario trale comunità rurali di Barcis, Marsure e Costa. L’acqua non poteva essere spostata a difefrenza dei cippi lapidei, ma soprattutto doveva dissetare quante più greggi era possibile.

Non è inusuale poi rintracciare nei pressi degli insediamenti pastorali di antico regime pietre incise utilizzate per l’abbeverata, o piccole depressioni impermeabilizzate per costruire degli stagni artificiali oggi ormai scomparsi.

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Pietra scavata per realizzare l’abbeveratoio per le pecore

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Imparare da Marsure: Un bosco… più bosco

10 sabato Gen 2015

Posted by Moreno Baccichet in Esplorazioni, Luoghi & Territori

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Tag

Aviano, boschi, Esplorazioni, Marsure, paesaggio, Paesaggio pedemontano, pastorizia, trasformazioni

Le superfici destinate a bosco a partire dalla seconda metà dell’800 sono decisamente aumentate seppure fossero storicamente concentrate nella parte del territorio che volge verso la Val Caltea e quindi il bacino idrografico del Cellina. Era impossibile pensare di portare il legname del bosco sulla pedemontana e quindi il bosco veniva affittato a imprenditori capaci di far scendere il legname a Barcis per poi condurlo lungo il canale della Brentella al Noncello e da qui a Venezia. Il legname veniva tagliato in “borre”, quindi la formazione boscosa era tutto fuorchè la fustaia che vedamo oggi. Le borre erano molto simnili ai fasci di legno ceduo che abbiamo incontrato durante l’escursione.

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I tratti meno fitti del bosco sono tenuti a ceduo e favore delle attività casearie

Il bosco era molto meno compatto ma soprattutto era pascolato dalle greggi e quindi sottoposto a un progressivo deperimento. La situazione cambiò radicalmente quando nell’800 le nuove normative forestali vietarono il pascolo in bosco, gli alberi furono usati per produrre carbonella da portare in paese nelle gerle o a dorso di mulo, Da allora il bosco ha chiuso quasi tutte le chiarie che lo caratterizzavano raggiungendo una forma sempre più potente e antagonista ai prati artificiali delle malghe. Un contrasto tra pieni e vuoti che assume anche un valore coloristico molto forte nelle diverse stagioni.

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Il contrasto tra il bosco e le praterie artificiali

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Le moderne fascine del ceduo evocano quelle antiche delle borre dirette a Venezia

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Oggi il fitto manto boscoso è interrotto non più dalle aperte strade della transumanza ma dalle linee elettriche che garantisco i rifornimenti energetici agli impianti e a Piancavallo

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Primi risultati delle esplorazioni a Marsure

09 venerdì Gen 2015

Posted by Moreno Baccichet in Luoghi & Territori

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La colonizzazione dei settori alti dei territori della scarpata calcarea pordenonese si è sempre dovuta confrontare con la resilienza dell’ambiente ecologico. Fin dal medioevo la costruzione delle praterie artificiali esprimeva una capacità di controllo sulla determinata intenzione della vegetazione di conquistare ogni spazio aperto. Ancora oggi attorno a Casera di Pian delle More si scorge questa competizione.

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Il prato viene allargato riconquistando il pronte del bosco

Durante l’escursione abbiamo osservato alcuni lavori che tendono a eliminare la vegetazione pioniera del bordo del grande bosco di faggi. Il taglio crediamo che sia stato eseguito per ricostruire l’originaria superficie prativa del complesso della malga lavorando al bordo di un ambiente alberato che in origine era molto meno denso. Basta guardare nel bosco per scorgere a fianco di alberi cresciuti con un portamento a fustaia le più antiche ceppaie di ceduo che garantivano la risorsa energetica per la cottura del latte e la produzione del formaggio a partire dalla seconda metà dell’800.

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L’escursione è stata rovinata dalla continua pioggia

Infatti prima l’allevamento brado delle pecore rendeva del tutto inutile la produzione di latticini a questa quota. I ricoveri più antichi mostrano chiaramente, seppure siano dei ruderi, la mancanza di locali per la produzione e conservazione casearia.

All’interno del prato della malga abbiamo poi trovato delle interessanti ceppaie di ceduo sviluppate probabilmente per qualche secolo da un nucleo cenytrale ormai dissoltosi. La forma di queste costruzioni arboree è pseutocircolare e a volte raggiunge i due metri di diametro. Questo pone il tema dell’antichità di questa pratica di tagliare e fare frasca all’interno del prato per dare da mangiare agli animali e allo stesso tempo costruire una riserva di fasciname per la cottura del latte.

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Ceppaia pseudo circolare generata per un progressivo allontanamento dei polloni dal centro

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Ceppaia a uno stadio iniziale di dispersione

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Alcune ceppaie nel prato hanno dimensioni monumentali

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